LO STRANO CASO DEL PROF.ZONI


LO STRANO CASO DEL PROFFESOR ZONI

 

Seguo le vicende del professor Zoni dal lontano 1981. E lui segue le mie. Ci siamo conosciuti ai Palazzoni, che poi erano palazzine di due piani, ma a giovani bimbi di provincia triveneta sembravano grattacieli. Abbiamo approfondito la nostra amicizia sfogliando bramosi le pagine d’intimo femminile su Postal Market e poi sui campi del Fontane calcio e sui banchi di scuola.

Il professor Zoni ha una memopria di ferro, ricorda che alle elementari mangiavo la Vinavil e che sono stato picchiato, una volta da lui e un paio dal suo amico tedesco.

Speranza del calcio trevigiano, Zoni ha avuto il primo video-registratore del paese – memorabili i fermi immagini vibranti su di uno scorcio di vagine in “sotto il vestito niente” – il primo telefonino portatile da auto – un bussolotto di tre chili nella volvo del papa’ che veniva mostrato solo a pochi eletti  – e , soprattutto, libero accesso agli spogliatoi delle modelle nelle sfilate dell’ingrosso dei suoi genitori.

Abbiamo scoperto assieme il rugby in seconda media. Non eravamo pronti e siamo scappati dalle bestemmie e dal fango di Villorba, altri tempi.

Alla soglia della maggiore eta’ ha abbandonato le velleita’ della palla rotonda approdando al campo di San Paolo dove ha scoperto quella ovale e si e’ ricondotto alla tribu’ fontano-svedeso-tedesca-trevisana.

Prima terza, poi centro e ala si e’ conquistato il suo spazio nella peggior giovanile che l’orogliosa Tarvisium ricordi nella sua storia, conclusa con un’ignominiosa retrocessione dall’eccellenza del rugby italiano nello spareggio con l’antipatico Casale.

Gli anni dell’Universita’ l’hanno portato a Trieste, poi in India e a trombare giovani indonesiane di Baly, prima di ritornare all’ovile e al rugby.

Da almeno quattro anni si allena con regolarita’, almeno tre volte a settimana, nella prima squadra delle magliette rosse. Corre veloce, calcia lungo. Vuole fare l’estremo.

Ha perso un dente e preso diversi punti in una sfida salvezza del 2006.

Allena i bimbi, tira le linee, aiuta in societa’.

Non gioca mai. Mai.

Gli allenatori passano ma lui non entra mai.

Eppure non riesce ad andarsene.

Anche se trova ingiuste le esclusioni , se ormai ha un fisico da culturista e una competenza da Sei Nazioni, anche se ha quasi provato ad entrare in un altro campo, non abbbandona le maiette rosse.

Ce la stava quasi per fare quest’inverno.
Poi e’ arrivato Dio Ino – fondatore, anima, cuore e spirito della Tarvisium.

“I Ga’ sbaia’ che altri. I ga’ sbaia’. Non sta’ n’dar via. Ti piglierai le tue soddisfazioni” disse.

Il professor Zoni, non se ne andra’ mai.

 

Post scrittum: Emilio Krugman ha visto tante partite di calcio dalla panchina negli anni 80, partite in cui il professor Zoni primeggiava. Batteva anche i rigori.

K. non avrebbe mai abbandonato il campo da drio alla ciesa. Ed era solo baeon. Neanca rugby

Una risposta a “LO STRANO CASO DEL PROF.ZONI

  1. Un quò ga’ zogà, veitu basta che i giornaisti fassa rumor

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