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L’ESERCITO SPALA I PIEDI STONFI DI LADY GAGA

Un vigile in pettorina gialla scorta l’esercito per le vie del centro. “Spalate qui!” Ordina.

Giovani guerriglieri in tuta mimetica eseguono gli ordini e ci sentiamo tutti piu’ sicuri.

Piedi stonfi e calzini sbagliati.

La neve e’ gia’ pacioro. La colpa e’ sempre degli automobilisti.

Negli uffici semi deserti si fa finta di lavorare, si sbirciano le condizioni del manto nevoso di Madesimo, si firmano buone-uscite e lettere di licenziamento, le ultime prima delle feste.

Il mio eroe di Guaichil da lezioni di vita alla reception mentre un brasiliano, sposato con una calabrese, mima a un pugliese di Buccinasco un film porno carioca. 

Mi perdo nei siti web delle case editrici. Alla sezione “invio manoscritti” ti spiegano che non ha senso mandare il tuo romanzo, non lo leggeranno mai, non lo pubblicheranno neanche sotto tortura. Grazie.

Quando ti tagli quei cazzo di baffi? Intima la Signora K.

La signorina K. vola sulle lievitazione naturale del panettone casalingo.

Scrivo post senza capo ne’ coda ma non devo darne conto a nessuno.

Guardo la Signorina K. nei suoi occhioni scuri mentre le canto Lady Gaga. Rome Rome. Adora il pop-rock tamarro. Il fasciatoio e’ l’angolo piu’ intimo della casa. Ci scambiano un sacco di confidenze.

Un’epoca e’ finita. Non posso neanche cantare “cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero.”

Mi chiedo se questo Diario Minimo ha ancora senso di esistere.

SOMMERSI E SALVATI

MILANO SOMMERSA DALLA NEVE

Sun Turna’.

6 e mes.

Esco in un silenzio irreale. La neve continua inesorabile a scendere. Via uberti deserta. Affondo gli scarponi. Il calzolaio e’ gia’ aperto, e’ sempre aperto.

“E’ qui in citta’ tutta sta neve non va mica bene pero’…” dice sulla porta alla panetierria che se ne sta sulla soglia.

Davanti mi cammina un pakistano che saluta tutti e conosce tutti. Poi si ferma, scrolla l’ombrello ed entra nel primo bar aperto.

Sul marciapiede la neve e’ troppa, deambulo solitario nella carreggiata.

Passa un 61 ma non lo prendo. Non rinuncerei manco morto a questa camminata post vacanziera.

In piazza Risorgimento la signora dell’edicola spala, il marito nel gabbiotto bestemmia.

Scatto foto.

Piazza Tricolore : “devi accellerare, pirla”. Dice il fruttivendolo gioielliere ad un automobilista incapace.

Telefono alla signora krugman, delirantemente sveglia da tutta la notte. “Non ti muovere, la Brianza oggi e’ veramente troppo lontana.”

Per strada quasi nessuno.

Solo omini vestiti di verde con una pettorina gialla foforescente, tutti stranieri.

Sono gli spalatori, scopriro’ da una foto sul giornale.

Li arruolano in centrale, li paghano 6 euro all’ora.

Corso Monforte.

In quattro in coda davanti alla questura, aspettano il permesso di soggiorno.

Dai fili della luce la neve si stacca e precipita al suolo a cascata.

Scatto foto.

Non fa freddo.

Corso vittorio Emanuele.

Tempesta di neve.

Scatto foto.

Vorrei non essere arrivato.

Vorrei non arrivare piu’.

E invece sono gia’ qui.

Accendo i quattro schermi e mi sembra di non esserne mai uscito.

Luci al neon.

Tichettio di tastierie.

Le colleghe che si lamentanto sempre, si stanno gia’ lamentando – Ue’ non ho visto manco uno che spala la neveee…  

Le colleghe che ridono esaltate sempre, ridono e si esaltano.

La borsa apre.

E’ la stampa, bellezza.