SCIVOLA, SCIVOLA VAI VIA…
Ultimamente mi scivola tutto addosso.
Cosentino, la P3, l’ndrangheta a Milano, Brancher e la cricca…
Qualsiasi schifezza mi scivola via, una scrollata di spalle e me la dimentico, non m’incazzo piu’…
Milano, 21 e 32, il termometro della Vespa segna 37 gradi. Sto malissimo: gola in fiamme, raffreddore massacrante e un desolante buffet di riso scotto all’aperitivo. Non c’e’ nulla di piu’ triste, in una bollente notte di luglio del 2010, della ennesima sbiadita replica del aperitivo Milanese.
Nei primi anni novanta, quando esplose nei Bar sotto la madunina, il rito dell’aperitivo con cibarie a ufo rappresentava un concetto rivoluzionario e attirava giovini banker, modelle, manager arrapati, quarantenni in tajer e perizoma e studenti squattrinati. Mangiare senza limiti polpette fiumanti, frittate alla cipolla e pasta scotta al ragu’ in quei locali fighetti, dove non ti potevi permettere la cena, era lo sport preferito di noi universtitari. Due negroni e tre piatti di focaccia, la serata partiva alla grande.
Quasi vent’anni dopo l’ennesimo tentativo di replica fuori-corso di quelle serate di godimento collettivo mi provoca un malinconia lancinante. Guardo questi desolanti buffet di pasta fredda con pomodorini finti, condiriso, patatine flosce e cus-cus, novita’ del decennio, e non ci trovo nulla di eccitante.
Beviamo una Menabrea e il cameriere si offende perche’ non vogliamo un margarida frozen con rum di bardonecchia e un surrogato chimico del succo di fragole mai spremute.
“Ultimamente mi scivola tutto addosso.
Cosentino, la P3, l’ndrangheta a Milano, Brancher e la cricca…
Qualsiasi schifezza mi scivola via, una scrollata di spalle e me la dimentico, non m’incazzo piu’…”
Milano 21 e 52: si confessa il Padre di Bruna davanti a un trancio popolare di pizza alta ricoperta da uno spesso strato di pseudo mozzarella fumante e salame piccante. Il bastardo di Riccione lo osserva smarrito, pensa solo al suo mobile ikea che non vuole entrare in camera, il pariolino di Porta Romana deve ancora riprenderesi dal comple-mese dell’erede, duecento zanzare vegnono sballottare a 93 chilometri all’ora da immensi ventilatori degli anni sessanta. Abbiamo accanto una famiglia di zigani, che fanno sempre paura, un muscoloso tautato e un uomo solo con la camicia viola che flirta con il blackberry. Di fuori c’e’ una Fontana miracolosa dove il padre di Bruna ha fatto la prima comunione.
A me scivola addosso solo la mozzarella e l’autan misto a litri di sudore.
Salviamo piazzale lavater, leggo sul vecchio lenzuolo bianco. Salviamoci!
“Il pesce, si sa, comincia a puzzare dalla testa.
Oggi la testa del pesce è letteralmente fetida,
ma la metà degli italiani s’inebria a quel fetore,
se ne riempie i polmoni come aria di montagna“
Oggi la testa del pesce è letteralmente fetida,
ma la metà degli italiani s’inebria a quel fetore,
se ne riempie i polmoni come aria di montagna“
Andrea Camilleri
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